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New Year in New York

  • Immagine del redattore: Neuroni_ezenzero
    Neuroni_ezenzero
  • 10 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Ebbene sì: ho festeggiato la fine del 2024 e l’inizio del 2025 nella Grande Mela!

È stato un viaggio incredibile in cui ho avuto l'opportunità di immergermi per due settimane nella cultura americana. Un viaggio di piacere, ma che mi ha anche portato a riflessioni utili per la clinica e lo studio.

Oggi vi racconto 3 considerazioni che ho voluto mettere in valigia dopo aver visitato questa straordinaria metropoli.



  1. GUARDARTI ATTORNO!

Grand Central Terminal, New York
Grand Central Terminal, New York

I newyorkesi sono cordiali e trasmettono positività. Nella loro costante frenesia trovano il tempo per dirti qualcosa di carino, sempre. Ho incontrato ragazze che, mentre correvano verso la metro, facevano complimenti per le scarpe o per l’acconciatura ad un'altra ragazza. Erano complimenti sinceri e fatti con leggerezza (non superficialità). Nella corsa quotidiana a completare gli impegni presi, è importante guardarsi attorno: per trovare stimoli, per capire cosa possiamo migliorare, per valorizzarci, per cercare di trovare nuove ispirazioni senza sminuire ciò che già abbiamo. E se qualcosa non ci convince al 100%? Gli americani direbbero “take what you like and leave the rest”: prendi ciò che di piace e lascia andare il resto. 



  1. CREDICI!

Si dice che New York sia la città che non dorme mai. È sempre attiva. Personalmente, non credo che questo aspetto sia necessariamente positivo, ma ciò che mi ha colpito di più è l'energia che trasmette. Le persone camminano veloce e corrono (tanto). Non riuscivo a definire questa energia finché, una volta seduta nella Biblioteca Pubblica, ho cominciato a osservare i passanti. Sì, camminavano velocissimi, ma sembravano tutti avere una meta precisa e lo sguardo sempre alto. Superavano gli ostacoli senza esitazioni. E lì mi è venuta in mente una parola: grinta! Gli americani hanno grinta, e lo fanno perché credono fortemente nel loro valore. Possiamo discuterne, ma una cosa è certa: non si può discutere su quanto gli americani credano in sé stessi.Mi sono chiesta: "E io? Quanto ci credo davvero?"


  1. SOGNA!

Gli americani amano sognare. Amano progettare. E lo fanno in grande stile.

Due persone possono avere progetti completamente differenti per lo stesso desiderio o sogno; oppure possono avere lo stesso progetto, ma per ambizioni differenti.

È fondamentale capire quale è la propria ambizione personale e professionale. C’è chi sogna di aprire uno studio logopedico e chi, invece, di firmare un contratto a tempo indeterminato. C’è chi sogna di fare solo clinica e chi vorrebbe fare solo docenza. C’è chi vuole mantenere le collaborazioni con più studi e chi vuole un contratto in una azienda privata.

Ogni sogno è unico e insindacabile. Trovare la propria strada, ciò che ci fa stare bene e sereni con tutto ciò che siamo è fondamentale per un benessere a 360°, per noi e per i nostri pazienti.


New York Public Library
New York Public Library

Ho riassunto ciascuna di queste considerazioni in una parola. Una di queste parole sarà la “parola guida” del mio 2025. Secondo voi quale sarà? 


Quale considerazione vi ha colpito di più a livello lavorativo? Fatemelo sapere: cercherò di approfondirla e portare esempi concreti nei prossimi articoli.



 
 
 

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